La Colonia felice: utopia lirica (terza edizione)
Quando, l'alba seguente, il Beccajo affacciossi alla porta della sua casa, a sgombrarsi la mente, come il ciel si sgombrava, dalla pàvida notte
La Colonia felice: utopia lirica (terza edizione)
, meditando il tuo aspetto, allibivo, smarrita in un soave languore, in una soavità tormentosa … e sempre la notte ... oh la notte! notte immensa
La Colonia felice: utopia lirica (terza edizione)
Una notte serena. Qual frèmito di voluttà, quale onda d'amore, bàstano, queste sole parole, a svegliare in quelle ànime musicali, che, perfin dalla
La Colonia felice: utopia lirica (terza edizione)
! - --- Notte. Il cielo è una sola nube. Non un sospiro d'àura, non un grido d'augello. Eppure tale profonda immobilità par sempre in sul punto di dar la
La Colonia felice: utopia lirica (terza edizione)
bestemmiando orridezze, il Beccajo si rimboscò. E già la notte e il silenzio si riadagiàvano nella fossa terrestre. Pura brillava la luna, e il
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camminàvano sempre. La notte, che aprìvasi a stenti dinanzi a loro, si accumulava sulle lor spalle. - Forestina! - echeggiò a un tratto per gli ampi
La Colonia felice: utopia lirica (terza edizione)
infamie che impunemente bramerèbbero còmpiere; oh quanti, nel bujo imaginoso della notte, sciolti da ogni paura e vergogna, sfògano col cervello i lor più
La Colonia felice: utopia lirica (terza edizione)
, crollàndosi l'ùmida notte di dosso e sbadigliando e tergèndosi, con le due mani, il sopore dagli occhi, venne con passo avvolto e col cervello
La Colonia felice: utopia lirica (terza edizione)
coi diademi le fronti, avrebbe usurpato gli inni di tutti i poeti, eternatori la notte de' suòi capelli e il giorno degli occhi suòi e la insaziàbile